Permanenza: 31/08/15 – 6/09/15
Motivo del viaggio: Viaggio tra amici
Organizzazione viaggio: autonoma
DIARIO DI BORDO
GIORNO 1
Arriviamo puntualissimi alle 14:20 a Lisbona, infatti il pilota pur di essere puntuale ha temporeggiato in volo mostrandoci buona parte della penisola iberica. Testo, come mia solita consuetudine, il clima: caldo, ventilato, soleggiato, perfetto!
Facciamo un po di fatica a scegliere che bus prendere per raggiungere l’autonoleggio, dove ci aspettano per consegnarci l’auto; nel punto informazioni dell’aeroporto non possiedono cartine di Lisbona con il percorso dei mezzi, RIDICOLO.
Riusciamo a prendere il bus giusto, scendiamo alla fermata giusta MA giriamo per un’ora per cercare il noleggio auto; accorgendoci poi che era esattamente dalla parte opposta della fermata del bus. Durante la ricerca abbiamo l’occasione di interagire con le prime persone portoghesi e ci accorgiamo che: tutti i tassisti a cui abbiamo chiesto (3/3) non sanno l’inglese, la maggior parte di loro è senza denti, tutti si tagliano i capelli frequentemente siccome è pieno di parrucchieri.
Su internet avevamo trovato questo noleggio auto che non richiedeva la carta di credito ed era abbastanza semplice da trovare. Bastava prendere il bus (quello giusto) e scendendo alla settima fermata avremmo trovato proprio dietro di noi l’autonoleggio. Noi facciamo meticolosmente quanto studiato ma di noleggio non ne vediamo l’ombra. Così iniziamo a girare cercando di chiedere in inglese dove fosse ai passanti. Un caldo tremendo e dopo circa 4/5 kilometri a piedi lo troviamo. Era effettivamente dietro la fermata. Stupefatti della nostra ignoranza prendiamo la macchina e partiamo per l’Algarve ( sud del Portogallo) con destinazione finale Albufeira.
Lungo il viaggio ci colpiscono molte cose: il ponte Vasco da Gama e la regione Alentjo che è desolata con pochi paesi lungo la strada, alberi di sughero e distese di campi. Questo

paesaggio ci suscita pace ed isolamento, un posto in cui fare escursioni e staccare dalla vita frenetica della città, un bel campeggio in tenda tra queste colline, gli alberi secolari e i campi sarebbe stupendo, ancora di più se accompagnato da una cavalcata in stile western in sella ad un sauro bruciato.
Viaggiamo con una velocità media di 170 Km/h siccome anche tutte le altre macchine sfrecciavano a velocità se non simili, maggiori, non troviamo ne autovelox ne polizia in 200 Km di autostrada, in 4 ore raggiungiamo Albufeira e speriamo e preghiamo che le multe, se mai dovessero essercene state, non sarebbero mai arrivate in Italia.
Ci imbattiamo subito nell’area industriale che ci lascia un po’ l’amaro in bocca, ma passati 5 minuti di viaggio entriamo nel vivo della città: caratteristica marittima, non ci sono palazzi di più di 4/5 piani ( punto a favore), strade che sono un sali e scendi, si articola dunque in collinette sulle quali ci sono i centri residenziali con villette a schiera e stradine strette; la terra un pò arida ma che da colore al tutto, piante di fichi, cactus fanno da cornice al paesaggio. Ci guardiamo e diciamo: ci vivrei! Sembra proprio il posto perfetto per rifocillarsi.
Nonostante sia quasi ora di cena io voglio vedere l’oceano e così raggiungiamo la nostra prima spiaggia: Praia do Castelo. Spiaggia bellissima tra le scogliere con ristorante annesso, sabbia rossastra e conchiglie enormi. Chiaramente io vedo l’acqua e mi ci voglio buttare. Il pupo in fasce dentro me si ritorce

perchè è veramente fredda l’acqua, ma non mollo! impavido e sprezzante dopo alcuni tentativi (15/20) riesco a fare un bagno di qualche secondo. Bagno al tramonto impareggiabile. Freddo cane e gatto.
Ci manca lasciare i bagagli all’hostello, così lo raggiungiamo: Ale-Hop hostel, bellissimo, pulitissimo, ben tenuto, in centro città, con molti giovani, colorato e con una terrazza magnifica che da la vista sul centro storico.
Ci rifocilliamo con una doccia e siamo pronti per uscire a cena e visitare un po la città. Ci perdiamo e ritroviamo per questo centro storico affollato e caotico finché non ci ritroviamo in un ristorante a mangiare sardine, kebab e carne alla piastra sorseggiando rosè e chiacchierando con una barista ed un ex hooligan sul Portogallo e le sue bellezze.
Passeggiando mezzi ubriachi per i vialetti del centro scopriamo la piazza principale. Piena di ristoranti, disco-bar che fanno musica tutta la notte, la via dei balocchi. Dopo qualche cocktail e una visita alla Praia do Pescadores ( spiaggia della città) torniamo in ostello disorientati.

GIORNO 2
Sveglia alle 8:30, facciamo colazione in un baretto accanto l’ostello con il classico cappuccio e brioche ( prezzi uguali all’Italia), facciamo un po di spesa per il pranzo al sacco che ci spetterà oggi e partiamo in direzione Sagres.
Cerchiamo, mentre siamo in viaggio, in tutti i modi di evitare l’autostrada A22. Questa strada non prevede il pagamento immediato del pedaggio, ma richiede il pagamento del transito dopo 3 giorni in posta. Spiegateci, per piacere, noi turisti, come potremmo fare una cosa simile!?!? Si accumulano così le spese insolte che potrebbero farci pagare all’autonoleggio, abbiamo una paura terribile.
Riusciamo comunque ad evitarla e dopo 1h e 30 minuti immersi nel paesaggio dell’Algarve ( desolazione, case abbandonate, grandi praterie che fanno da contorno a piccoli centri abitati che somigliano vagamente ai paesini dell’entroterra del sud-Italia, il tutto molto piacevole) raggiungiamo Fortaleza de Sagres.

Si tratta di una fortezza realizzata nel XVI secolo che si riconosce dall’imponente muro d’ingresso. Al suo interno si possono trovare: una chiesa, un faro, una enorme rosa dei venti ed una sala espositiva (incompleta al tempo della visita), un “labirinto” acustico e postazioni di difesa con cannoni. Lungo il perimetro la staccionata permette di passeggiare intorno alle alte scogliere che danno a strapiombo sull’oceano e ammirare i gabbiani e i banchi di sardine che si avvicinano alle scogliere.
Prima di visitare la fortez

za però siamo attratti da una spiaggia
altrettanto magnifica quanto difficile da raggiungere. Ma noi sprezzanti del pericolo la raggiungiamo e ancora più sprezzanti del freddo facciamo un bagno.
Ci muoviamo, mentre mangiamo, verso Cabo de Sao Vicente.
Arriviamo e ci colpisce subito la quantità di turisti presenti, tantissimi a confronto di quanti pochi ve ne erano all’altro faro (a mio parere più bello). Parcheggiamo ed entriamo. All’interno si trova un faro dell’800 che però si può solo vedere da fuori, una barettino con vetrata che da sull’oceano (bellissima) nel quale compriamo un liquore al gelsomino.

Ci godiamo così la vista dell’orizzonte e delle scogliere che raggiungono i 70 metri sul livello del mare. Il capo è all’estremità sud-occidentale del Portogallo e sebbene non rappresenti la punta più ad ovest è l’ultimo punto dell’Algarve di fronte all’oceano Atlantico. Ammiriamo le spiagge in cui le onde si infrangono per metri e metri, mete ideali per gli amanti del surf. Vento terra ed acqua, e noi indifesi che ne ammiriamo la forza.

Sulla strada del ritorno facciamo tappa alla Fortaleza do Beliche. E seguendo un piccolo sentiero scavato nella scogliera raggiungiamo una spiaggietta costituita da soli scogli nel mezzo delle scogliere.
Ci perdiamo a Lagos nel ritorno e abbiamo l’opportunità di ammirare la tipicità di questa città molto turistica. Durante la ricerca di una spiaggia su cui sdraiarci scartiamo Praia de Dona Ana a causa del sovraffollamento e ci rechiamo a Meia Praia. La spiaggia è veramente bellissima e si estende a vista d’occhio. La particolarità è che per raggiungerla è necessario attraversare le rotaie a piedi senza alcuna precauzione di sicurezza! Assurdo. Io allora faccio un pò di jogging lungo il bagno asciuga tanto per muovermi un poco e vedere capo e capo della spiaggia ma anche perchè così mi sarei scaldato per poi poter fare il bagno (ho visto l’acqua). Torno alle salviette e Davide è sdraiato con il cappello in testa e la salvietta sul cappello, il vento gli faceva respirare più sabbia che aria. Mi implora di scappare.
Facciamo una spesa veloce al centro commerciale di Albufeira e mangiamo nell’ostello piatti a base di carne di maiale (veramente molto economica). Due chef italiani destano subito scalpore ed infatti facciamo conoscenza con ragazze del Lussemburgo che ci tengono compagnia tutta la sera parlando del più e del meno, bevendo porto e liquore al gelsomino.

GIORNO 3
Oggi ci svegliamo proprio rilassati e mentre facciamo la nostra colazione conosciamo un ragazzo portoghese di nome Cristobal che è ospite dell’ostello. Dopo qualche chiacchierata si aggrega a noi, anche perché un portoghese dalla nostra parte non fa per niente male! E dovevamo sostituire Ory in qualche modo.
Tutti e 3 assieme ci dirigiamo ad Ilha de Faro: una lingua di sabbia che divide Rio Formosa dall’oceano. In inverno è un piccolo villaggio di pescatori mentre d’estate diviene meta turistica. Essa è la parte più importante del Parque Nacional de Rio Formosa.

Dopo pranzo al sacco, qualche bagno e due tiri a calcio ( sport preferito dai portoghesi) proseguiamo per Praia do Carvalho. La sua particolarità è che è raggiungibile solamente passando dentro ad una scogliera. Nel bel mezzo di un lato della scogliera inoltre c’è un passaggio che permette di tuffarsi da varie altezze, io immancabilmente le provo tutte.
Ci spostiamo nuovamente per raggiungere Praia do Benagil, è una spiaggia modesta tra la scogliera. La sua particolarità è che da essa partono tour per le grotte e le scogliere della costa. Alle 18:30 i tour erano finiti così decidiamo di tornarci il giorno seguente.
Facciamo una spesa a base di pesce ( soprattutto sardine che costano quasi nulla 0,9€/Kg) e ci godiamo la nostra cena. Mentre cuciniamo conosciamo vari ragazzi e ragazze dell’ostello. In particolare modo allacciamo i rapporti con una ragazza dell’Alaska che viaggia da 36 anni per il mondo come “ragazza alla pari”. Con lei trascorriamo tutta la serata raccontatoci aneddoti, cantando e ballando tra i vari locali del centro.

GIORNO 4
Ci svegliamo tutti e 3 ancora ubriachi dalla sera prima, con difficoltà facciamo colazione e partiamo per il tour in barca delle scogliere e delle grotte. Aggiungiamo al tour l’opzione di poter sostare su una spiaggia raggiungibile solo via mare e con 25€ aspettiamo di partire per una delle esperienze più suggestive della vacanza.
Siccome abbiamo 2 ore libere prima che il giro in barca inizi, ci dirigiamo verso un’altra spiaggia limitrofa: Praia Marinha. Queste spiaggia è una delle migliori che vediamo. Si trova tra scogliere franate costituite da rocce colorate, è molto estesa, con faraglioni vicinissimi alla spiaggia ed una caletta nascosta raggiungibile solo passando dentro una grotta buia ed angusta.
Dopo qualche piccola escursione e qualche bagno partiamo per il tour in barca. Visitiamo circa 20 grotte lungo le scogliere, alcune con spiagge altre no ma tutte veramente molto belle e particolari.
Finito il tour ci facciamo lasciare su una spiaggia che è solo per noi, è veramente bellissima!

Ci godiamo oceano, sole, spiaggia e durante il ritorno sfrecciamo con il motoscafo a tutta velocità sulle onde, un bellissimo finale di giornata.
La sera inizia nel migliore dei modi: noi tre beviamo sul

tetto
dell’ostello un aperitivo e nel mentre conosciamo ragazzi di tutto il mondo con cui ci dirigiamo poi a fare serata. Cantiamo, balliamo, beviamo e festeggiamo la nostra giovinezza tanto che finiamo con l’addormentarci alle 5 passate.
GIORNO 5
Mi sveglio alle 11:00 con i postumi di una serata magnifica. Mentre cercavo di riprendermi fortunatamente il mio compagno di viaggio aveva fatto le valigie. In ogni caso partiamo di molto in ritardo sulla tabella di marcia. Salutiamo Cristobal e tutti gli amici fatti durante il nostro soggiorno e partiamo per l’entroterra portoghese.

Dopo 3h di viaggio raggiungiamo la cattedrale patrimonio dell’UNESCO di Alcobaca: Mostiero de Santa Maria de Alcobaca. Monastero del XII secolo costruito dal primo re portoghese. La facciata è imponente, la chiesa larghissima, con un immenso cortile frontale che da sul centro del paese.
L’interno è maestoso costituito da colonne disadorne e quasi al centro delle navate ci sono le tombe di due amanti che con rifiniti dettagli raccontano la loro storia. Con 3€ visitiamo anche claustro che è veramente bello, gli ambienti quali refettorio, dormitorio ci permettono di riportarci alla vita austera dei monaci di quel tempo ( che poi tanto casta non era infatti i monaci si dedicavano a molti ozi e queste portò nel XIX secolo all’abolizione dell’ordine).

Dopo la visita ci rechiamo al prossimo sito UNESCO: Mostiero de Santa Maria da Vitoria. Dove ci aspetta una delle nostre peggiori esperienze. Raggiungiamo dal retro la basilica e per chiedere dove fosse l’ingresso della chiesa ci rivolgiamo ad un addetto al controllo che non parla inglese. Raggiungiamo l’ingresso e subito ci stupisce la facciata, oltre all’intera costruzione, che in stile gotico con le guglie, archi, statue e i torrioni è veramente stupenda.
L’interno è maestoso: con colonne svettanti, navate ampie e soffitto alto ma quello che rende la cattedrale ancora migliore sono le vetrate che attraversate dalla luce sono bellissime. Cerchiamo di fare il biglietto per poter ammirare il complesso della cattedrale ma alla biglietteria non parlano inglese e quindi non possiamo fare lo sconto studenti. Così con 12€ possiamo visitare: Capela de Fundador, Capelas Imperfeitas, Claustro Real, Sala do Capitulo.
Subito sulla destra dell’entrata nella chiesa si trova la Capela do Fundador. Sala quadrata con vetrate colorate e lungo le pareti le tombe dei figli di Joao I e Philippa di Lancaster, mentre al centro sotto la cupola vertiginosa ornate da colonne si trovano le tombe dei coniugi.
Per raggiungere le Capelas Imperfeitas bisogna uscire e fare qualche passo a piedi per raggiungere il retro del monastero. Lo spettacolo che troviamo è indescrivibile. Un tripudio di elementi decorativi che ornano le 7 cappelle a cielo aperto.
Sempre passando dall’esterno del monastero si raggiungono poi i due plaustri:
Claustro Real è decorato con incisioni manueline che ornano ogni arco del cortile interno e motivi marini, mentre accanto a questi elementi gotici svettano le guglie della cattedrale.
Claustro de Don Alfonso è invece più sobrio e quindi contrasta il precedente, ma pur sempre degno di ammirazione.
Mentre ci dirigiamo alla Sala do Capitulo ci fermano addetti parlandoci in portoghese, noi non capendolo proviamo l’inglese, ma nulla. Dopo qualche minuto di incomprensione generale capiamo che stanno chiudendo perchè ci cacciano in malo modo.
In somma il monastero è veramente degno di nota ma: 1 chi vi lavora non conosce l’inglese, e stiamo parlando di un sito turistico patrimonio UNESCO, 2 non fanno sconti per studenti o ragazzi presumibilmente, 3 non ci hanno avvertito quando sarebbe stato l’orario di chiusura quando abbiamo fatto il biglietto (20 minuti prima che ci cacciassero), 4 per spiegare parti del complesso si sono serviti di cartelli in lingua portoghese e spagnola unicamente!
Un po’ delusi ed oltraggiati sfrecciamo verso il nostro ostello che si trova nel cuore di Lisbona.
In macchina per la città notiamo che essa non è una metropoli con grattaceli ed edifici che sovrastano la vista, ma piacevoli costruzioni. Inoltre, come ci aspettavamo, la città è un sali e scendi, del resto si trova su una collina.
Lisbon Lounge Hostel è la nostra struttura, si trova proprio a due passi dal centro ed è molto bello, pulito, moderno e molto curato. Ci sistemiamo ed ambientiamo e per le 22:00 riusciamo ad uscire per cercare un posto dove mangiare e scoprire la città. Facciamo un pasto da re, lungo la Via Aurea a base di carne e pesce, mentre ammiriamo l’Arco da Victoria, dove vi sono incastonate statue di esploratori quali Vasco da Gama che fissano Praca do Commercio. La piazza è un antico crocevia commerciale per cui qualunque navigatore volesse giungere in europa o partire per il “nuovo mondo” doveva passare. Nel centro di questa piazza, di cui non vi è nulla dello sfarzo di un tempo, si trova la statua equestre, rivolta verso il Rio Tejo, di Don Josè I.
Passeggiando lungo ovest e costeggiando il fiume osserviamo l’antico arsenale e addentrandoci maggiormente raggiungiamo il quartiere brulicante di vita Barrio Alto. Un’intreccio di strade e viuzze, bar, club e locali che offrono cocktail a 3€ e dico solo questo.

GIORNO 6
Grazie ad una giovane volontaria che cucina la colazione per tutti gli ospiti dell’ostello facciamo una super colazione.
La prima tappa del giorno è il Monastero dos Jeronimos.

Esso è un trionfo dello stile manuelino e tardo gotico, con pinnacoli e bassorilievi ammirevoli. L’interno della chiesa è ampio e costituito da tre navate illuminate da modeste finestre. Sul soffitto si crea un intrico di ragnatele e nervature in pietra. Si trova qui la tomba di Vasco da Gama. Nel fare i biglietti per il chiostro e la torre ci accorgiamo che il giorno seguente sarebbero stati gratuiti, così ci ripromettiamo di tornarci domani.
Partiamo per la fantastica zona di Sintra.
Edificio veramente fiabesco: colorato, stravagante, particolare. Il palazzo era la dimora estiva dei monarchi, costruita in stile gotico-bavarese. con 16€ è possibile vistare tutta la tenuta inclusi gli interni in cui si trovano alcuni degli arredi originali. Dalle terrazze si ammira una vista dei monti rigogliosi e della cittadella di Sintra. Dopo la visita nel palazzo ci perdiamo per il giardino ad ammirare i laghetti, ruscelli, serre, foreste di palme e sequoie.

a 10 minuti a piedi dall’ingresso principale del palazzo di Pena si trovano le rovine di un castello medievale usate dai mori per tenere sotto controllo il crinale della montagna. con 6€ è possibile l’ingresso e il percorso di visita che ci permette di passeggiare sul perimetro delle mura potendo scorgere paesaggi veramente stupendi.

con 6€ accediamo nella villa più bella mai vista. Era la dimora estiva di una famiglia nobiliare, progettata e realizzata dall’architetto Luigi Manini. La villa è un misto di stili architettonici tra cui il gotico spicca più visibilmente. Nella tenuta sono presenti laghetti, torri, chiese, pozzi, fontane e grotte con riferimenti esoterici, massonici e di alchimia. Visitarla è un puro piacere, perdersi per il parco è proprio come essere in un altro mondo fatto di passaggi angusti e insoliti, ci siamo sentiti esploratori in un mondo di illusioni, era un pò come fosse la nostra Narnia.
Convento dos Capuchos
Dopo esserci persi per ben 3 volte lungo la strada per raggiungerlo, vi consiglierei come evitare di perdervi ma non abbiamo ancora capito come siamo riusciti a trovare la retta via. Paghiamo 7€ ed entriamo a visitarlo.
Il parco che precede il convento è spoglio e mal curato. Il convento è simile all’ambientazione di una scena del film il Signore degli anelli. Esso è chiamato anche convento del sughero siccome è ricoperto da questo tipico legno portoghese. L’interno è costituito da passaggi stretti e stanze anguste, a simboleggiare la semplicità della vita dei monaci. Tutto sommato sembra un luogo magico ed ermetico isolato nel mezzo della foresta, ma non vale il prezzo del biglietto a mio parere.
L’ora si fa tarda e siccome non riusciamo a visitare anche il Palacio de Monserrate siamo un po’ amareggiati ma soddisfattissimi della totalità della giornata che ci ha portato a scoprire edifici, luoghi e panorami mozza fiato. Così torniamo in ostello dove conosciamo le nostre coinquiline belghe.
Ceniamo in ostello e visitiamo Lisbona nella sua bellezza notturna. Passiamo per Praça Don Pedro IV, Avenida de Libertade, Praça dos Restauradores, Elevator de Santa Justa. Beviamo qualcosa e di fronte alla bellissima Sè prendiamo il famoso tram 28. Sferragliando al pelo delle case passiamo per i punti panoramici di maggior interesse della città mentre noi ci sporgiamo pericolosamente dal finestrino.
Lungo il ritorno ci fermiamo ad assaggiare i dolci tipici della città. Dopo averne assaggiati circa una decina raggiungiamo il verdetto unanime che cambia la consistenza ma non il sapore. A pancia piena torniamo in ostello per la nostra ultima notte.

GIORNO 7
Sveglia presto, colazione veloce e partiamo per Belem con cui abbiamo un conto in sospeso. Purtroppo però appena arriviamo con la macchina vediamo la coda chilometrica della biglietteria che purtroppo ci fa desistere dal desiderio di visitarla.
Passiamo così alla tappa successiva: il Cristo Rei sulla sponda opposta del fiume Tago rispetto a Lisbona. Saliamo sopra la statua con 3€ e ammiriamo il bellissimo paesaggio e la città che si estende sotto i nostri occhi.
Partiamo poi per la nostra prossima tappa: Tomar. Che dopo 1 ora e mezza raggiungiamo. Qui visitiamo il bellissimo Convento de Cristo che è racchiuso tra le mura di un antico castello templare. La chiesa ha 16 lati ed è in stile tardo gotico- manuelino. L’interno svetta altissimo tra forme semplici e ricercati ornamenti; al centro si trova un cupo altare di estrema bellezza racchiuso da colonne decorate con ritratti ed ai lati più esterni ci sono statue del XVI secolo raffiguranti Gesù ed i santi.
Il Claustro Principal in stile rinascimentale con scale a chiocciola e sinuose arcate è desertico ma piacevole siccome è la parte più stravagante del convento in quanto ha vista sulla vetrata enorme della chiesa che è decorata con bassorilievi di alghe, catene, navi, cinghie, alghe che rimandano alle scoperte portoghesi ( finanziate maggiormente dai templari). Il resto del convento ospita i luoghi comuni, molto sobri, della vita cistercense.

Bell’articolo, e foto stupende
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille!!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
🙂
"Mi piace""Mi piace"