Permanenza: 15/02/2017 – 18/02/2017
Motivo del viaggio: Parigi è più romantica a San Valentino?
Organizzazione: Autonoma
L’arrivo è stato all’aeoporto di Parigi Beauvais, distante circa 1 ora dal centro città, il che è inevitabile viaggiando con Ryanair. Scendiamo dall’ereo e subito una ventata gelida di aria pulita ci assale. All’uscita è ben indicata e vicina la stazione dei pullman che collega al centro città l’aeroporto periferico. Senza difficoltà prendiamo un biglietto A/R per il centro (34€). Previsione della durata del viaggio: 75 minuti; viaggio effettivo: 150 minuti. Bene.
Durante il tragitto in pullman abbiamo modo di ammirare le campagne parigine. Fertili, verdi, boschi sparsi, agglomerati di case dal tetto spiovente e molto semplici ma al contempo molto carine.
Sbarchiamo al Palais des Congres, edificio moderno e ben organizzato con all’interno un centro commerciale, una stazione metropolitana e un punto informazioni. Facciamo una spesa veloce per pranzare agilmente. I prezzi sono molto simili a quelli italiani e c’è qualità.

Prendiamo la metro e scegliamo come prima tappa l’Arc de Triomphe che imponente, discreto, magnifico si erge in mezzo alla rotonda più grande d’Europa. Sculture, basso rilievi e arcate mastodontiche ci fanno sentire piccolissimi sotto questo arco storico che sembra decisamente più piccolo da lontano. Chissà come si sentivano i soldati francesi passando vittoriosi sotto questo arco? Chissà se al contrario di noi, si sentivano grandi e potenti?
Passeggiare sugli Champs Elysees, subito prossimi all’arco, è meraviglioso. Sembra di trovarsi in un film, per le strade ampie e piene di negozi con una folla di gente che viene e và. Sembravano molto più corti del previsto ed invece ci impieghiamo un pò a percorrerli tutti, osservando il bellissimo stile delle case parigine e l’architettura che si potrebbe descrivere con un unico aggettivo: di classe.

È ora di pranzo, ci dirigiamo così oltrepassiamo la Senna su uno dei giganteschi ponti per ritrovarci al lato opposto del centro sperando in prezzi più contenuti. Siamo poveri. Tentativo 1: una piccola brasserie molto carina al’interno ma estremamente affollata. Ci sediamo e chiediamo un pò di delucidazioni sul menù, molto frettolosamente ci viene detto che dobbiamo ordinare subito. Chiediamo se è possibile prendere un piatto unico per poi dividerlo. No! Fuggiamo. Tentativo 2: un’altra brasserie anch’essa pienissima e caotica. Chiediamo la stessa e cosa e mentre ci viene risposto che non è possibile fanno vedere il nostro tavolo ad una coppia che si accomoda appena lo lasciamo. Carini. Tentativo 3: una boulangerie dispersa, carina, calma, accogliente e calda. Prendiamo una baguette ripiena ed una torta di mele. Tutto molto buono ed economico. In conclusione non chiedete spiegazioni in una brasserie, non perdete tempo, ordinate senza guardare il menu e soprattutto sappiate che molto probabilmente vi sputeranno nel piatto se non rispettate quanto sopra consigliato, ma soprattutto abbiate fretta, a tal punto da andarvene.
Giunta l’ora del check-in attraversiamo la città per ritrovarci a Montmartre in un angolino disperso tra due strade sporche con parecchia gente di colore e medio-orientale che ci squadra. Abbiamo scelto un alloggio molto economico ma carino, l’inghippo ce lo apsettavamo. Ma non ci aspettavamo di trovare un appartamento sporco a tal punto che le lenzuola ed il materasso avevano chiazze di chiare origini contornate da capelli di meno chiare origini. Chiediamo immediatamente il lavaggio. Non otteniamo un gran servizio. I Parigini già non mi stavano simpatici, ora pure sporchi. Forte.

Al tramonto, dopo una scalinata immensa e ripidissima, Parigi si mostra a noi con tutto il suo fascino travolgente. L’esplosione di colori in cielo è carezzata dal mare di lampioni che fanno sognare un ballo a mezz’aria nella quiete del tempo. Dall’alto della collina del Sacre-Cœur assieme ad artisti di strada e giovani seduti sui gradini a chiacchierare iniziamo a capire la magia di Parigi. Fantastichiamo sul fascino di questa città tra eruditi ed intellettuali nei secoli imperito mentre un fantastico tramonto ci fa da sfondo.

Visitiamo Versailles che è molto facile da raggiungere ed in breve tempo. Con la linea PER C in 30 minuti raggiungiamo gli sfavillanti cancelli della reggia. Inferiate dorate che riflettono la luce, ciottolato a perdita d’occhio che precede l’ingresso principale. Le stanze sono sfarzose, gli ambienti ricchi di materiali, finiture e decorazioni di pregio. Il tutto è ammaliante ed enorme.

Nonostante il saccheggio dovuto alla rivoluzione gli antichi fasti sono molto ben visibili. I quadri ci lasciano a testa in su, bocca aperta mentre giriamo su noi stessi per ammirarli nella completezza di quelle stanze gigantesche con soffitti altissimi e finestre enormi. L’edificio è meraviglioso. Il parco però ci rapisce subito. Fontane scoppiettanti con statue dorate, un lago che si estende a perdita d’occhio costeggiato da file di alberi sotto i quali si può passeggiare godendosi la natura. Un giro in bici per scoprire le perle nascoste nel bosco immenso è da fare assolutamente. Come Petit e Grand Trianon, Belvedere, le varie fontane, la famosa Orangerie ed i vari giardinetti, labirinti, luoghi mistici e di relax sparsi per questo immenso parco.

La sera, sulla via del ritorno a casa, lasciamo che il fascino di queste travi d’acciaio scintillanti colpisca anche noi. Come ha colpito milioni di coppie fino ad ora anche noi siamo vittima dello scintillio delle luci del simbolo di Parigi che svettando squarciano il cielo.
Da qui in poi inizia una lunga serie di disavventure accadute quella notte di febbraio molto fredda: rigiutiamo gentilmente una rosa dall’ultimo ambulante e lui ci maledice con molta cattiveria (credo sia stato lui l’artefice di tutto questo). Perdiamo per una frazione di secondo l’ultima metro. Avevamo letto del servizio di bike sharing molto valido, così prendiamo una bici in due; come due acrobati con tanto di zaini, zainini, zainetti riusciamo a dirigerci nella direzione che ci allontanava maggiormente dal nostro alloggio. Dopo 20 minuti di disperazione ci ammutiniamo e chiamamo un taxi. Il tassista usa una strada, passante per il centro, che durante quella sera era chiusa per lavori. Così dopo ben 2 ore e mezza e una serie completa di sfortunati eventi arriviamo nel letto.

Ci svegliamo con i colori, le decorazioni e la grandezza della chiesa famosa per i suoi gargoyle: Notre Dame. I mosaici colorati sulle finestre e sul rosone colorano l’interno della chiesa donando alle pareti e alle colonne un fascino surreale, quasi come se fosse alba e tramonto ad ogni ora. L’arcata centrale svetta immensa facendoti sembrare piccolopiccolo. Appena a 5 minuti a piedi di distanza si trova la Conciergerie che vista dalla Senna è immensa e particolarmente suggestiva. Visitiamo solamente la Sala da pranzo dei cortigiani che ci lascia a bocca aperta.

Le volte e le colonne si moltiplicano a vista d’occhio dando un’effetto labirintico ma appagante allo sguardo, tanta moltitudine che suscità altrettanto fascino. Il soffitto basso inoltre rende ancora più particolare il tutto. Se Notre Dame ci avevo colpito con le sue vetrate e gli svettanti spazi ampi, la Sainte Chapelle ci catapulta in un mondo fabiesco pieno di colori dove muri non esistono, soffitti grigi nemmeno ed al loro posto ci sono caleidoscopici soli e cieli blu stellati. Un’opera d’arte sbalorditiva.
Ci spostiamo quindi d’altro lato dell Senna arrivando con la metro ben organizzata all’Hotels des Invalides. Usciamo dalla metro e ci troviamo abbagliati. Da un lato il Pont Alexandre III e dall’altro la cupola gigantesca dove è custodita la tomba di Napoleone. Il primo è riccamente decorato con lampioni stupendamente decorati da bambini e statue dorate su colonne all’inizio del ponte. La cupola invece si erge in lontanaza sul gigantesco edificio che ospita il museo delle forze armate. Tra i due un tappeto verde fa da collegamento. Inizialmente rimaniamo un pò delusi dal museo sulle armi e la chiesa annessa.

Ma il pezzo forte che è la tomba di Napoleone ci fa ricredere. Dall’interno l’enorme cupola acquisisce bellezza con affreschi deliziosi e oro che li incornicia. Pareti scintillanti e marmi ricercati, tombe d’alabastro e marmo rosso, statue e altari scolpiti con enorme mestria. La tomba è enorme, vegliata da statue di donne, in marmo rosso e sotto la cupola tanto decantata.

La cosa divertente di questo viaggio è stata in fine la sveglia dell’ultimo giorno, non sentita e di conseguenza abbiamo perso l’aereo malamente. Disperati ci affidiamo a Flixbus che in solo 16 ore di viaggio non troppo scomodo ci riporta a casa. Bene.

CONCLUSIONI
Cosa è piaciuto: sono diverse in diversi ambiti. Per quanto riguarda la cultura il fatto che tutti i luoghi d’interesse principali siano gratis ai giovani europei sotto i 25 anni. Nella cucina: l’accoglienza e la cura nei dettagli per i piatti ci ha sentire un poco a casa. Parlando di strutture: indubbiamente la Tour Eiffel, ma non voglio essere mainstream, infatti preciso; la Tour Eiffel di notte mentre scintilla abbagliata da mille stelle che si riflettono nella Senna (lo so sono un romanticone, e mi piace esserlo).
Cosa non è piaciuto: Indubbiamente i parigini, incontrati per strada, con il loro modo di fare misto tra la strafottenza e il sentirsi vamp. Il freddo, noi siamo andati in Febbraio dunque è chiaro ci fosse, ma non aspettavamo fosse così eccessivo.
Dovrò sicuramente tornare, Parigi mi ha lasciato quel tipico ricordo agrodolce tipico di quelle città che essendo troppo belle e varie non si riescono ad apprezzare fino in fondo al primo viaggio. Ci sono ancora molti luoghi inesplorati, almeno tanti quante sono le volte che ci si perde al Louvre.
Chapeau!
shera 🌲🌲🌲🌷🌿
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