Giorno 20 ” 2020 l’influenza cinese”

Oggi è stato il mio primo giorno in cui ho accusato la quarantena. Fin ora mi sembrava non fosse cambiato nulla, sembrava tutto normale, anzi migliore. Potevo dedicarmi allo studio senza dover lavorare, dedicare mattina e pomeriggio alla preparazione. Avevo sempre il solito orario per allenarmi. Dopo cena facevo qualche videochiamata per vedere schermi con gente consciuta e mantenere una qualche socialità, il contatto umano, può essere sotituito dal contatto umano virtuale? Mi sembrava tutto così in ordine, ben determinato e prestabilito ogni cosa al suo posto e nel complesso l’assortimento mi piaceva. Sono stati 19 giorni di quiete e spensierato lavoro di studio. Oggi ho sentito il peso, è stata la giornata meno produttiva fin’ora, meno riflessiva, meno proficua, meno rilassante. Tutto d’un tratto lo stress della quarantena mi ha assalito. Prendevo sott’occhio qualche pagina da studiare e non passavno nemmeno 15 minuti che mi distraevo per 30. Allora ho provato a dedicarmi al giardinaggio, avevo qualche conto in sospeso con certi semini che mi hanno fatto patire ore per poterli piantare. Nemmeno quelle due ore di sudata sotto il sole a contatto con la natura mi sono bastate per sfogarmi. Ero comunque molto agitato, un turbinio di pensieri mi assaliva, ma le raffiche erano tanto forti che non sono riuscito a comprendere quali fossero. Come un anima tormentata, in attesa di un verdetto, erravo per il corridoio e per le stanze con la mente cupa, nebbiosa senza ottenere nulla. Meno ero in grado di comprendere cosa mi turbava e più mi accorgevo di turbarmi. Mi sono allora dedicato alla cucina che solitamente è un passatempo che mi rilassa e fa spazio con i profumi ed i sapori tra i pensieri. Nemmeno questo è stato sufficiente, mi sono scocciato anche di cucinare ho interrotto le preparazioni ed ho scaldato gli avanzi di ieri sera. Nel mentre mi facevo distrarre dalla tv. Quello schermo che rapisce ed appanna il pensiero. Così sono stato rapito per un’ora da un monitore, appena me ne sono accorto ho realizzato di aver buttato tutto quel tempo in nulla, nulla che fosse costruttivo o rilassante o proficuo. Stavo giocando sul bagno asciuga a costruire castelli di sabbia. Ho riprovato a studiare e la situazione sembrava stesse migliorando mi ero intenerito nei miei confronti perchè in fondo stavo facendo qualcosa di utile dunque iniziavo ad ingranare. Almeno fin quando non sono stato interrotto da una piacevole videochiamata di gruppo. Non sono riuscito più a riprendere il ritmo in seguito. Ho provato a leggere qualche pagina del libro che ultimamente mi sta coinvolgendo parecchio. Mi veniva sonno, non sono abituato a leggere nel pomeriggio, solitamente leggo prima di addormentarmi. Ho smesso e iniziato nuovamente a far rapire la mia mente dallo schermo magico. Quell’insieme di minuscoli pixel che trasmettono particelle di luce che colpendo la pupilla stimolano aree del cervello ed inibiscono tutte le restanti. Micidiale, sensazionale, geniale, magico. Ho spento. Ho ripreso il moto periodico da un capo all’altro della stanza, senza fantasia, guardando in basso i piedi che passo dopo passo non mi conducevano da nessuna parte. Ho tremato al pensiero di mettermi di fronte al pc per scrivere quest’articolo, mi sembrava di essere vuoto, senza vena o ispirazione. In una manciata di ore mi sembrava di essermi dimenticato come scrivo, cosa mi stimola, perchè lo faccio. Ho avuto paura. Se fosse stato così per sempre, se non fossi più in grado di ricordarmi nemmeno come si fa a scrivere? Mi sono fatto forza. Mi sono messo a contemplare il soffitto chiedendomi cosa avessi oggi, cosa era cambiato rispetto gli altri giorni, perchè non mi era successo nulla prima ed invece tutto di colpo ora stava cambiando. Ho capito da dove veniva l’irrequietezza. La possibilità di laurearmi a Luglio, l’ultima mia speranza, l’ultimo baluardo nella mia lotta per ottenere quel pezzo di carta che sembra maledetto. Ho combattutto fin’ora con qualunque mezzo ed in ogni situazione, ora stremato con le unghie solamente tengo stretta la volontà. Tanto prima ha vacillato mai quanto ora. Così tanto vicino questo traguardo sperato, così tanto lontano. Oggi capisco quanto mi ha condizionato e tutt’ora continua a farlo a seguito di errori miei, miei e di altri e nelle situazioni in cui io risulto vittima innocente. Mi sta stremando ma non voglio dargliela vinta. Mi chiedo però a quale costo, tutto questo tempo, le energie, i soldi, le peripezie. Avrei potuto scegliere un percorso più semplice. Ho scelto uno dei più difficili. Con onore, responsabilità ed un pizzico di rassegnazione porto avanti e concludo ciò che ho iniziato. Questo articolo ne è solo un esempio. Sotto!

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