A volte è là che ci fissa, direttamente o nascosta dietro la coperta che più le piace. Quella coperta abbastanza inconsistente che alle volte lascia intravedere lo spicchio mentre altre volte la copre, la nasconde, non lascia trapelare nulla fuorchè l’immaginazione. Nonostante la più grande tra le fantasie la base partirà sempre da lei e dal suo mistero imperscutabile come le sue origini. Quando, nelle notti più generose, si mostra con anche solo un sottile e delicato spicchio ne si rimane abbagliati ed ammaliati. La forza e l’intesità con la quale siamo colpiti e stimolati sono sue mentre della luce se ne appropria, o gli viene concessa in prestito, chi mai lo scoprirà. Alcuni stolti non la capiscono, superficiali, si fermano all’istinto speculare che ha d’imitare ciò che in realtà non si può osservare ad occhio nudo. Un po’ come quelli che osservano il dito. In pochi, invece comprendono che la sua è lotta silente per guadagnarsi quel poco tempo di gloria che le è concesso. In quei brevi momenti, lasciando con il naso all’insù, concede le sue nudità che con prepotenza delle volte, in certi giorni, mostra quando nessuno se lo aspetta. Nell’azzurro più chiaro e placido è lì a fissare, e quando ce ne si accorge allora si intravedono le caviglie solamente e sussurando lascia presagire a laide promesse che al calar del sole manterrà. Quante notti a guardarti, quante persone ti hanno fissata, hanno sperato di toccarti e hai ispirato le loro moine ed i loro pensieri più delicati. Ogni sguardo è un pezzo di spazio conquistato per giungere a te, per ammirarti da vicino. Abbastanza vicino da poterti cogliere con una mano e sentire il tuo profumo mentre brilli. Lei riflette poesie altro che luce. Del resto è un sasso ma che brillantezza, che mistero, che piacevole ardore che trasmette. Un corpo gigantesco sospeso e silente che spia divertito delle volte e altre stupito. Con un sottile sorriso o a bocca aperta. Nella maggior parte delle volte è indubbiamente di buon umore, intenta ad osservarci e compiaciuta di quanto noi creiamo per lei ed attorno a lei, di cose lei diviene e cosa vediamo oltre dei semplici raggi riflessi da un piccolo ammasso di roccia. Rappresenta la poesia dell’inanimato e dell’essere umano divenendo delle volte l’anello di congiunzione tra occhi in grado di rendere vitale anche il più insignificante e piccolo pezzo di una montagna. Lei, la luna ne è l’emblema. E a me piace far parte dei sognatori che le danno la vita trascrivendo le parole che sussurra divertita.
che bell’omaggio alla palla chiara! 😀
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Tintarella di luna
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sì, me la faccio sempre anch’io… ci parliamo 😉
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