Mi sono trovato a pensarti, distrattamente mentre guardavo fuori dalla finestra fissando gli uccelli cantare.
Mi sono trovato a riflettere su cosa stessi facendo, pensando, sognando in quel preciso istante.
Mi sono imbattuto nell’incosciente e spensierato vagheggiamento su cosa impugnassero quelle dita, una matita per scrivere, un pennello per disegnare o carezzavano semplicemente l’aria coreografando piroette.
Mi sono ritrovato dopo essermi perso tra i tuoi ricordi e le nostre frasi, sospeso nell’iperuranio dei ricordi non ancora appresi.
Mi sono colto in flagrante mentre pensando all’ultima volta che ti ho vista sorridevo senza motivo, e al contempo agognavo la certezza di un prossimo incontro.
Mi sono distratto in mezzo alla strada, alla scrivania, di fronte ad un caffè pensando al percorso dei miei baci, tutti quei baci che mi hanno portato a questo, sospeso che pregusto smarrito.
Mi sono zittito, mentre guardavo i tuoi occhi e ascoltavo i tuoi ragionamenti, mentre ci separavano un po’ d’imbarazzo e qualche incertezza.
Mi sono imposto di stare fermo, guardare altrove, pensare ad altro, non fantasticare, ma ogni volta spazio e tempo venivano inevitabilmente, inconsciamente attratti dalla tua orbita.
Mi sono accorto che voglio assaporare ogni centimetro del tuo pensiero e assaggiarne i frutti.
Mi sono reso conto che non so nemmeno il tuo nome.