Oggi il giorno della festa della mamma combacia anche la libertà. Una libertà più grande di quella che potreste pensare è stata guadagnata con la fase 2. Parlo di consapevolezza della libertà che è molto più profondo. Tutto parte da ieri, giorno in cui sono andato a donare il sangue ed era in programma in seguito anche di andare in un supermercato a comprare delle cozze. Proprio le cozze perchè si da il caso che era una settimana che avevo una terribile voglia di cozze e che non mi era permesso andare a comprarle o cucinarle. Ieri invece tutto sarebbe cambiato, con prepotenza sarei andato a comprarle e con altrettanta spavalderia le avrei cucinate, tiè. Così non è andata. L’attesa era troppa per entrare in un negozio, rischiare la contaminazione e prendere solo qualche cozza. Ci ho rinunciato. Tornando a casa ero molto nervoso e al contempo triste in primo luogo perchè mi ero arreso e dopo giorni che sognavo ho preferito evitare ed in secondo luogo perchè effettivamente la mattinata era stata per nulla proficua. Così ho capito che c’era la necessità di adottare uno stratagemma per recuperare la mattinata e per mangiarmi quelle benedette cozze. Solo il pensiero di cercare risolvere il problema mi faceva stare meglio, così ho approfondito, l’ho risolto e mi aspettava una cena a base di pesce. Ipoteticamente si prospettava un sera in discesa fin quando non ho dovuto fare i conti con mia mamma. Chi cucina? Nonostante lei ogni volta si lamenta di non voler cucinare immancabilmente ieri sera ne aveva una voglia tremenda. Penso più per la pura, infondata ed immotivata , di fare male le cose o peggio farle come non dice lei. Così ho deposto l’ascia e la risoluzione al problema l’ho trovata subito. Mentre ero un poco sconfortato per queste uscite e la privazione della libertà di intenti in casa mia ho riflettutato molto. In fin dei conti sono stato proprio fortunato di essere in grado di risolvere più problemi, di non farmi abbattere, di poter scegliere cosa mangiare e quando mangiarlo, di poter perseguire oppure no in capriccio, di discutere con mia madre, di non aver avuto ne io e nemmeno i miei più stretti affetti problemi durante questa quarantena a livello sanitario. In fin dei conti sono nel lato del mondo fortunato e posso scegliere che mascherina mettermi, quando mangiare pesce o iniziare la dieta, quando baciare la mia morosa e quando prendere la mia bici e tornare solo se stanco. Diamine che fortuna. Quando le comodità guadagnate nel tempo da altri prima di noi non sappiamo apprezzarle e le amputiamo a diritti sbagliamo. Giusto seguire la filosofia del qui e ora ma con la consapevolezza del passato e di quanti altri presenti ci sono in quell’istante in molti altri luoghi. Così oggi molto più sereno ho cucinato a pranzo, ho baciato la mia morosa, ho scelto come vestirmi, sono andato a fare un giro in bici, sono stato al sole, ho indissato la mascherina, ho bevuto vino e mangiato pure una torta. La vera fortuna è poter scrivere tutto questo a tutti voi.